Digital Forensics: come acquisire e conservare correttamente le prove digitali

da redicon
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L’informatica forense è oggi un pilastro nelle indagini penali e civili, poiché quasi ogni reato può implicare dati digitali essenziali da analizzare e acquisire in modo conforme alle normative. Una prova digitale acquisita in modo scorretto rischia di essere invalidata e può compromettere l’intera indagine.

Per questo è fondamentale rivolgersi a professionisti esperti in tecniche, strumenti e normative, capaci di garantire l’integrità dei dati digitali in ogni fase dell’acquisizione.

Quali dispositivi possono essere oggetto di acquisizione?

Le attività di digital forensics possono riguardare:

  • Hard disk e SSD;
  • Smartphone e tablet;
  • Server e archivi cloud;
  • Dispositivi GPS e droni;
  • Pen drive e memorie esterne;
  • Chat, social network e email;
  • Siti web e contenuti online;
  • Altri dispositivi digitali.

Le fasi dell’acquisizione forense

Per mantenere la validità legale delle prove, ogni fase deve essere tracciata, ripetibile e gestita con strumenti certificati. Il processo include:

1. Individuazione

Identificare e isolare fisicamente o digitalmente il reperto (smartphone, PC, server). Questa fase, spesso gestita dalle forze dell’ordine, richiede attenzione per evitare operazioni che possano modificare i dati prima della messa in sicurezza.

2. Preservazione iniziale

Il reperto viene protetto con sacchetti antistatici o gabbie di Faraday per dispositivi mobili, evitando trasmissioni involontarie di dati. Segue la catalogazione con un numero identificativo e i dettagli tecnici del dispositivo, registrando stato e condizioni al momento del sequestro.

In questa fase inizia la catena di custodia, che documenta ogni spostamento e operazione sul reperto per garantire tracciabilità e validità legale.

3. Acquisizione tecnica

Si tratta della fase più delicata e viene eseguita da tecnici specializzati. Quando non è possibile garantire la ripetibilità, l’acquisizione deve avvenire in contraddittorio tra le parti. Si utilizzano write-blocker hardware e software che permettono di copiare i dati senza modificarli sul dispositivo originale.

Dopo la copia, si calcolano i codici di hash (MD5, SHA256) per confermare che la copia sia identica all’originale. Se i codici non coincidono, l’acquisizione viene ripetuta per garantire l’integrità del reperto.

4. Preservazione finale e archiviazione

Una volta effettuata l’acquisizione e calcolati i codici di hash, il reperto originale e le copie forensi vengono conservati in sicurezza e archiviati per eventuali analisi future o per essere presentati come prova in giudizio.

L’importanza dell’affidarsi a professionisti

L’informatica forense richiede preparazione tecnica, strumenti certificati e aggiornamento continuo sulla normativa per assicurare che le prove digitali siano valide e inconfutabili in tribunale. Solo rispettando procedure rigorose è possibile trasformare un dato digitale in una prova legale solida, evitando il rischio di contestazioni o nullità durante il processo.

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